Al Confine: è il nome della nostra associazione ed è il posto dove ci piace stare, non linea di separazione, ma luogo di incontro. Nei nostri Alzheimer café abbiamo imparato che stare bene è possibile se non siamo soli. Noi crediamo che le persone con demenza abbiano diritto come ogni altro ad essere felici. Vogliamo sostenere queste persone e le loro famiglie dando loro il supporto di un/a collaboratore/trice preparato/a per comprendere i bisogni e in grado di attivare le risorse della comunità. Con ciascuno vogliamo progettare e realizzare un percorso verso un maggior benessere. Ogni percorso sarà diverso, perché diverse sono le persone, ma con due parole chiave: costruire relazioni e accogliere le emozioni. Intendiamo mettere a disposizione tempo e competenza, aprire nuove possibilità di vita e di lavoro e contrastare l’isolamento e l’esclusione, che tanto peso hanno nell’aggravare la situazione di malattia.

GLI ULTIMI AGGIORNAMENTI

Grazie al vostro sostegno Diritto alla Demenza oggi è una realtà. Da inizio 2022 infatti abbiamo cominciato un percorso personalizzato con due famiglie e stiamo definendo con loro una mappa di obiettivi a breve e a lungo termine.

IL PROGETTO

Con i percorsi di sostegno intendiamo agire per ricostruire (o costruire) relazioni significative con l’ambiente di vita abituale (parenti, vicini di casa, amici), valorizzando le risorse e i desideri di ciascuno, partendo dalle singole situazioni delle famiglie che aderiranno al progetto. Ogni intervento è orientato a due finalità: vivere esperienze positive e migliorare la vita quotidiana. Dove si realizza il progetto? Al Gallaratese, quartiere di Milano che conosciamo bene, dove abbiamo un Alzheimer café.

Come sarà organizzato l’intervento? Un operatore specificamente formato affiancherà la persona e la famiglia per creare insieme un percorso verso un maggior benessere, attraverso queste fasi:

  • la costruzione condivisa di una “diagnosi“ delle risorse, dei bisogni, dei desideri 
  • la progettazione di iniziative utili a consolidare o creare relazioni ed esperienze positive la realizzazione delle iniziative 
  • il mantenimento in autonomia dei risultati ottenuti 

Fondamentale in ogni momento sarà la partecipazione attiva della persona e della famiglia, in una ricerca comune di nuove possibilità. Le iniziative saranno le più diverse (realizzare un desiderio, attivare momenti di incontro con vicini di casa o amici, creare occasioni di scambio con i più giovani, facilitare l’aiuto reciproco tra caregiver, …). Esse cambieranno a seconda della persona e del contesto; quello che importa è che ogni persona, malata o sana, sia presa sul serio.

Quanto durerà il sostegno? Per ora la durata di un percorso individuale è prevista in sei mesi. E se continua l’epidemia? In questo anno abbiamo imparato ad usare le comunicazioni digitali e anche ad organizzare gli interventi di persona in modo protetto. Lavoreremo sempre in sicurezza, e ancora di più cercheremo di rompere l’isolamento.

Le famiglie avranno dei costi? Finora le nostre attività sono state sempre gratuite, intendiamo mantenere questa scelta. L’associazione Al Confine mette a disposizione la propria struttura organizzativa, garantisce le coperture assicurative e la fornitura del materiale d’uso. Ma è grazie al vostro aiuto che siamo riusciti a far partire il progetto rendendo possibili diverse attività:

  • creare un piccolo team che organizzi e governi il progetto 
  • far conoscere la proposta e coinvolgere altre realtà territoriali 
  • selezionare e formare gli operatori 
  • coprire i costi del lavoro dei professionisti per due casi pilota 
  • analizzare e condividere i risultati.

IL CONTESTO

La malattia di Alzheimer e le altre forme di demenza occupano un grande spazio nei discorsi sulla vecchiaia e nelle discussioni sul welfare.  Moltissimo è stato scritto e proposto. Resta una condizione difficile, che ci coinvolge tutti da vicino.  In quattordici anni di lavoro negli Alzheimer café abbiamo raccolto molte testimonianze sull’isolamento che affligge le famiglie quando la patologia di uno dei componenti ostacola le relazioni “normali”, sulla fatica della cura, sulla difficoltà di comprendere e accogliere i comportamenti della persona con demenza.

Questo progetto cerca di cambiare punto di vista: oltre la malattia vogliamo vedere le persone. Oltre il danno biologico, il contesto di vita.